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Hai già tolto il Presepe?

Errore di chi non conosce la tradizione

Secondo la tradizione religiosa, il presepe dovrebbe essere tenuto nelle case fino alla celebrazione della candelora. Ecco come mai:

Con l’Epifania che ha portato a termine anche quest’anno il suo (ingrato) compito – quello di portarsi via tutte le feste – non resta che riporre negli scatoloni i vari addobbi di casa, in attesa del prossimo Natale. Le ghirlande tornano nelle loro buste di cellophane, candele e festoni sono rimessi nelle confezioni e i pezzi più delicati vengono incartati con la cura che richiedono gli oggetti preziosi.

E se per l’albero, la tradizione vorrebbe che venga disfatto dodici notti dopo il Natale , per il presepe esiste un’usanza ben diversa che prolunga la permanenza della capanna di Betlemme nelle case. Esattamente fino alla Candelora. Secondo la tradizione, infatti, le statuine dovrebbero rimanere esposte fino al 2 febbraio, data in cui nel calendario cattolico ha fine il tempo di Natale, a quaranta giorni dal 25 dicembre. Chi, dunque, ama gli addobbi e i simboli natalizi ha un’ottima ragione per posticipare le operazioni di disallestimento.

La Candelora celebra il momento in cui Gesù viene presentato al Tempio, una ricorrenza religiosa che ha come simbolo le candele a indicare la luce che illumina i popoli. In più, il 2 febbraio è il giorno della Purificazione di Maria che, come ogni neomamma nella tradizione ebraica, era considerata impura. Nei giorni successivi al parto, quindi, la donna non poteva accedere al Tempio di Gerusalemme dove poteva tornare per essere purificata solo una volta trascorsi quaranta giorni dal lieto evento.

Se, dunque, volgiamo dare davvero valore al senso più autentico del Natale e delle feste, dovremmo rispettare la tradizione e conservare il presepe fino agli inizi di febbraio. Un buon compresso – anche per le più che comprensibili esigenze di pulizia della casa – potrebbe essere quello di cominciare a togliere l’albero e le altre decorazioni, preservando invece il presepe o almeno la natività ancora per un po’

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Tradizioni natalizie nel mondo al gusto di caffè

Preparatevi per un viaggio emozionante attraverso le tradizioni natalizie nel mondo al gusto di caffè. In questo articolo faremo un giro tra alcuni dei Paesi che durante le festività natalizie si distinguono per le usanze più curiose dedicate, appunto, al caffè.

Tradizioni natalizie nel mondo: la Svezia

In Svezia il Natale è una festa molto sentita. Le celebrazioni iniziano il 13 dicembre in occasione della giornata dedicata a Santa Lucia. La tradizione vuole che le primogenite indossino un abito bianco lungo, con una fusciacca rossa in vita e sul capo una coroncina di rami di mirtillo rosso in cui vengono incastrate delle candele. Le ragazze intonano canti natalizi e offrono ai passanti dolci allo zafferano e, soprattutto, tazze fumanti di caffè.

Bûches de Noël, il dolce natalizio tipico della Francia

Famoso in Francia come il panettone in Italia, la ricetta del bûches de Noël si diffuse dopo la Seconda guerra mondiale. La versione originale prevedeva una pasta genoise farcita con crema al burro e arrotolata, poi ricoperta di cioccolato per simulare la corteccia.

Oggi, come accade per moltissime ricette, i pasticcieri francesi hanno sperimentato diverse ricette con varie creme. Nocciola, tiramisù, limone, frutto della passione e, una delle più gettonate, la crema al caffè.

Per le decorazioni si lascia spazio alla creatività e alla fantasia: dalle più semplici, per rispettare la tradizione, alle più originali, con l’aggiunta di cialde, piccole sculture di cioccolato, chicchi di caffè e molto altro ancora.

Tradizioni di Natale in Groenlandia: le feste Inuit

La notte di Natale in Groenlandia è forse una delle più suggestive al mondo. Nei villaggi Inuit le famiglie sono solite organizzare feste e farsi visita a vicenda. Si portano regali avvolti in carte dai colori vivaci che solitamente consistono in modellini di slitte, abiti artigianali, guanti realizzati con pelle di foca.

Durante queste feste si mangia e si beve molto caffè ed è tradizione che siano gli uomini a prendersi cura delle donne servendo loro il cibo.

Questi momenti di festa e condivisione prendono il nome di kaffemik. La tavola è imbandita con molte varietà di cibi, ma quello che non manca mai è proprio il caffè accompagnato da deliziose torte.

Due bevande al caffè tipiche del Natale americano

In America il Natale è una delle feste più celebrate durante l’anno. Si attende con trepidazione e ci si dedica agli addobbi con una passione sfrenata per i dettagli. Le case vengono travolte da illuminazioni e decorazioni di ogni tipo e si fa a gara con i vicini per il giardino più natalizio.

Tra le tante tradizioni natalizie spiccano quelle legate al mondo del food, in particolare le bevande al caffè. Del resto, sono proprio gli americani ad aver diffuso nel mondo una delle principali modalità di consumo del caffè: il caffè americano take away.

Anche per riscaldare le feste, magari durante una serata giochi o un film davanti al camino, gli americani hanno ideato delle gustosissime bevande a base di caffè, come lo Spiced Christmas Coffee, a base di cannella, brandy e cardamomo, oppure il Santa’s Christmas Coffee, con chiodi di garofano, cannella e zucchero di canna.

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LO SCHIACCIANOCI A NATALE: QUALE STORIA HA DA RACCONTARE?

Chi è lo Schiaccianoci??
Quel soldato tedesco di legno che vediamo sempre nel periodo Natalizio, cosa rappresenta, quale storia ha da raccontare?
Quel giocattolo-utensile di legno, col cappello rosso, capace di frantumare tra i denti un guscio di noce, da dove arriva?

Sicuramente alcuni di voi avranno visto i vari film o il balletto
(musicato da Tchaikovsky che si ispira proprio alla storia del “soldato di legno” scritta da Hoffman nel 1816 e riadattata da Dumas padre) ma se vi interessa sapere qualcosa di più
, ho raccolto qualche notizia e colgo l’occasione per condividerla con voi (curiosi come me !!!!)

“L’origine di questa usanza di avere “almeno” uno Schiaccianoci in casa a Natale, va cercata nel passato remoto, si dice infatti che  la popolazione di una zona della Germania, situata precisamente al confine con l’attuale Repubblica Ceca, decise di ribellarsi alle continue pressioni delle truppe tedesche e alle tasse sempre più pesanti. Costruirono quindi, un grande soldato di legno, che aveva la sola funzione di schiacciare le noci. Fu una protesta seria ma molto creativa, che diventò subito parte delle tradizioni natalizie, uno dei simboli tedeschi più importanti della storia.

Quindi l’origine di questo soldato di legno è teutonica, ed è diventato famoso in tutto il mondo anche grazie al successo del balletto di Tchaikovsky che proprio a questo soldato si è ispirato!
La storia di Schiaccianoci nella nostra epoca, rievoca tematiche immortali come l’amore, la bellezza, la forza del male, l’adolescenza sia attraverso i suoi turbamenti che attraverso i suoi sogni…

Non vogliamo spoilerare trama e andamento dell’opera, vi consigliamo invece di andare a teatro o di guardare i film prodotti negli anni sia da Dysney che da altri: vivrete un paio d’ore di sogno, sarete accompagnati in un contesto sconcertante e bellissimo al tempo stesso, popolato da bizzarri abitanti, terre incantevoli e luoghi  minacciosi ed affascinanti. Le apparenze capaci di ingannare, nel mondo reale e nel mondo fatato dei giochi,  riscoprirsi  “principesse” per poi comprendere invece che bisognerà trasformarsi in soldatesse. Capirete molti aspetti della vita: il vero significato dei doni di Natale, la gentilezza, l’importanza di conservare, anche quando si cresce, il bambino che c’è in ognuno di noi e il valore della diversità come ricchezza. Una specie di viaggio in un altrove per trovare finalmente la consapevolezza di sé.”

Il mese più magico dell’anno è iniziato da un po’ quindi, se non avete ancora acquistato uno Schiaccianoci fatelo al più presto! Ormai fa parte della tradizione natalizia e tutti dovrebbero averne almeno uno in casa, anche uno piccino, appeso ad un ramo dell’albero di Natale!

(dal web)

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Perché i bastoncini di zucchero?

Popolano il nostro immaginario collettivo quanto Babbo Natale, l’albero, i doni, la magia del Natale anglosassone che abbiamo imparato a conoscere dai film.

 Si narra che il bastoncino di zucchero bianco e rosso sia stato inventato da un pasticcere che voleva realizzare un dolce che ricordasse Gesù bambino; così prese del caramello, un ingrediente solido perchè Gesù è la solida roccia su cui sono costruite le nostre vite (Matt 16:18), quindi gli diede la forma di una “J” per Jesus che è appunto il nome di Gesù in inglese.

Infine, decise di tingerlo di bianco e di rosso, i colori del sacrificio e della purezza, il sapore di menta invece ricorderebbe l’issopo, una pianta aromatica citata anche nel Vecchio Testamento.

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La letterina

Caro Babbo Natale…i ricordi più belli delle feste spesso iniziano così. Quel misto di speranza e magia che guidava la nostra mano incerta di bambini e che ci faceva stare svegli (almeno per un po’) la notte della Vigilia ad aspettare questo signore panciuto con la barba e il vestito rosso, carico di doni. L’abitudine di scrivere una lettera a Babbo Natale è una tradizione natalizia che si perde nella notte dei tempi e oggi in molti paesi, le poste accettano le lettere che i bambini scrivono a Babbo Natale.  In alcuni casi le risposte vengono fornite dagli stessi impiegati postali o da volontari. In Canada, ad esempio, è stato predisposto un apposito codice postale per le lettere indirizzate a Babbo Natale: H0H 0H0(in riferimento all’espressione “ho ho ho!” di Babbo Natale) e dal 1982 sono oltre 13.000 gli impiegati delle poste canadesi che si sono offerti volontari per rispondere alle lettere. In altri casi sono associazioni caritatevoli dedicate all’infanzia a rispondere alle lettere che vengono dalle zone più povere o dagli ospedali pediatrici, per dare ai bambini dei doni che altrimenti non potrebbero ricevere.

( dal web)